Su coscienza e consapevolezza



La coscienza coglie l'oggettività fisica del reale, la consapevolezza trasforma quell'oggettività in sensi e significati. Nessuna delle due è funzione dell'altra, perché sono funzioni distinte, si tratta di processi correlati che fanno parte delle attività cognitive della mente.
Possiamo dire che le due funzioni partecipano al processo elaborativo dell'informazione. mentre la coscienza lavora in parallelo, la consapevolezza lo fa in modo sequenziale. Senza la funzione del cogliere l'oggettività fisica del reale, non è possibile che si possa sviluppare l'altra funzione che è quella di dare senso e significato a quell'oggettività fisica precedentemente ottenuta, ma può anche accadere che alla coscienza non faccia seguito la consapevolezza.
La consapevolezza, a sua volta, può indurre la coscienza all'attività, ciò può accadere quando l'assegnazione di significato a un qualche elemento oggettivo, può generare nuovi elementi oggettivi.
Quindi coscienza e consapevolezza sono funzioni distinte e in interrelazione reciproca.

La consapevolezza conduce alla valutazione dell'utilità o della funzionalità dei propri comportamenti ecc, ciò significa che può produrre comportamenti non condizionati, ma solo in termini teorici.
La consapevolezza in sé, prende atto e valuta un'oggettività che può anche essere falsa o apparente. Tutto dipende da cosa la coscienza prende in esame. Il sistema interpretativo partecipa attivamente alla formazione dei pensieri, e quindi ciò che può apparire oggettivo alla coscienza, può essere generata da una interpretazione errata della realtà. Giacché la consapevolezza opera sulla base delle conoscenze che acquisisce, la sua attività di valutazione può trovarsi a lavorare su dati condizionati a monte, cioè prima che inizi l'attività della sua funzione.
In termini pratici e piuttosto difficile che possa verificarsi una non soggezione della consapevolezza al condizionamento.